Il trattamento secondo la modalità Tradizionale, anche definita Biodinamica, è l’approccio osteopatico che prediligo.
Una modalità che integra il concetto osteopatico con quello allopatico. Nel mettere le mani sul paziente si distacca dal criterio meccanicistico, orientato a costruire una tecnica sulla lesione, e apre al manifestarsi delle dinamiche del
corpo fluidico e del corpo potenziale per fare esprimere le forze correttrici della Salute in relazione alle condizioni della persona.
Utilizza il sistema muscolo scheletrico come porta di ingresso al sistema corporeo. Con un delicato contatto manuale e attenzione rivolta al movimento presente, diminuisce lo stato di irritazione nervosa, causato dalle disfunzioni, e favorisce il generare del processo Terapeutico, nel rispetto delle modalità di tempo e potenza, dettate dalla Respirazione Primaria e non dall’Ego dell’operatore.
L’approccio Biodinamico interpreta al meglio, a mio parere, la filosofia ed il ruolo dell’Osteopata di aiuto ad esprimere i processi naturali di autoguarigione e autocorrezione nell’organismo.
E’ l’approdo di un percorso di anni di esperienze di trattamenti e di studio necessario per affinare capacità percettive in sincronia con la persona e con il
sistema salute.
Principi del trattamento
“Permettere alla funzione fisiologica interna di manifestare la sua
potenza infallibile, piuttosto che applicare una forza cieca
dall’esterno” (W.G, Sutherland).
Questa metodica trae origine dal pensiero del fondatore dell’Osteopatia, A.T.
Still, e dagli insegnamenti trasmessi da maestri quali W.G. Sutherland e
R.Becker.
Si tratta di un approccio al paziente e non di un uso di tecniche sul paziente.
Rispettoso delle leggi biologiche naturali e delle dinamiche con cui si manifesta il processo correttivo, nelle modalità consentite in quel momento dalla salute della persona.
Concetti avvalorati dagli studi dell’embriologo E. Blechschmidt che ha scritto di forze biodinamiche che dall’esterno stimolano la cellula, l’attivazione genica e guidano lo sviluppo embrionale.
Forze che nello sviluppo embrionale generano campi metabolici dai quali
prende forma la struttura e si organizza la funzione di ogni parte del corpo.
Malattie, traumi fisici, emotivi, psicologici, alterano le dinamiche dei fluidi, dei
tessuti e del campo potenziale bioelettrico con una irritazione del sistema nervoso autonomo che sostiene la disfunzione.
Il trattamento conduce ad una condizione di omogeneità, il sistema si calma e si creano i presupposti affinché avvenga un processo terapeutico che può portare ad uno stato di Quiete, massima espressione della salute nel corpo.
Si ha una esperienza diretta dei fenomeni correttivi e si comprende come la
salute possa manifestarsi anche in presenza della malattia.
E’ una modalità di trattamento che dipende dallo stato dell’operatore.
Per la persona è molto rilassante, non è invasivo, lo si può applicare dai neonati pretermine agli anziani, in ogni scenario clinico, grazie alla delicatezza del contatto.
Aiuta ad acquisire un maggiore benessere e consapevolezza di sé.
Nell’approccio Osteopatico Biodinamico si applicano minimi tocchi o uno stimolo negativo, afferente, a seconda dello stato di irritazione e della zona da cui si decide di approcciare la persona.
Questa modalità, in cui sembra che l’Osteopata, appoggiando delicatamente
le mani sul corpo, non faccia nulla, spesso genera curiosità nel paziente e per
chiarirne il razionale bisogna rimandare alla legge, fondamentale in fisiologia,
del “Principio del minimo Stimolo” (elaborata da Weber e Fechner a metà
del 1800), ripresa attorno a metà del 1900 da Eva Reich e applicata alle terapie corporee su come un organismo vivente reagisce alle stimolazioni e modifica se stesso.
Tali concetti sono stati espressi in libri e conferenze anche dal Fisico
quantistico Emilio Del Giudice, che ha descritto i fenomeni della
autoregolazione ed autoriparazione dell’organismo, osservati dal punto di
vista fisico, con riferimento ai concetti di risonanza di fase, nella pratica
medica e psicologica.
Il trattamento favorisce il processo correzione di una disfunzione locale e
l’integrazione in un sistema normalizzato. Si tratta di un approccio la cui unica
controindicazione è l’operatore, che ha il compito di sincronizzarsi con le dinamiche corporee e sostenere il processo senza doverlo indurre o volerlo accelerare.
L’Osteopatia è una professione sanitaria basata su un approccio esclusivamente manuale centrato sulla persona che si integra con la medicina e le altre professioni sanitarie nella cura e nel mantenimento della salute dei cittadini. Individuata ufficialmente dalla legge 3/2018 con la pubblicazione del profilo professionale nella G.U. del 21/09/2021 è in via di regolamentazione.
E’ un valido aiuto per prevenire e curare disturbi vari e nel mantenimento dello stato di salute.
E’ una terapia olistica in quanto rivolta alla totalità della persona e non alla singola parte che accusa un disturbo.
Considera la persona come una unità formata da corpo, mente e spirito. Non è invasiva, non prevede l’utilizzo di farmaci e si rivolge a tutti: dal neonato all’anziano, dalle donne in gravidanza allo sportivo.
L’efficacia del trattamento emerge dai risultati clinici e dalle evidenze emerse dalle pubblicazioni scientifiche internazionali. Il valore terapeutico è testimoniato dal gradimento dei pazienti.
L’Osteopata utilizza un insieme di procedure manuali, sfrutta la capacità intrinseca dell’organismo di tendere all’autoguarigione, lo stimola in un contesto che rispetta la relazione tra corpo, mente e spirito.
Individua la disfunzione somatica intesa come alterazione della mobilità, della consistenza del tessuto, asimmetria e presenza di dolore. La disfunzione può interessare le strutture scheletriche, articolari e miofasciali e i relativi elementi vascolari, linfatici e neurali.
Interviene ripristinando la corretta mobilità delle strutture con lo scopo di migliorare il funzionamento dei sistemi e degli apparati per mantenere l’omeostasi del paziente Il ripristino della mobilità fisiologica delle strutture corporee favorisce l’irrorazione sanguigna, un adeguato nutrimento e il drenaggio delle sostanze infiammatorie con un conseguente miglioramento del metabolismo di organi e distretti del corpo.
Interviene sul sistema nervoso autonomo che si altera in condizioni infiammatorie e disfunzionali. Le metodiche utilizzate mirano ad un riequilibrio della funzione nervosa che modula i processi di recupero e guarigione.
E’ importante ricordare che il trattamento Osteopatico si rivolge alla salute della persona, non cura la patologia ma può aiutare l’efficacia delle cure mediche. In presenza di un disturbo, che può riguardare una possibile patologia non diagnosticata o non di competenza osteopatica, l’Osteopata indirizza la persona ad un medico specialista.
Non esegue diagnosi o prognosi mediche
Non emette certificati medici
Non prescrive ne toglie farmaci
In prima seduta il paziente viene accolto in studio ed espone il suo problema
o il motivo per cui si rivolge all’Osteopata.
Si provvede alla raccolta dati, alle notizie anamnestiche, alle informazioni utili
riguardo la salute della persona.
Si passa alla osservazione, all’esame posturale e si eseguono test palpatori,
articolari e funzionali utili alla valutazione osteopatica.
Dopo aver spiegato come si intende procedere, si esegue il trattamento che
consiste in delicate prese manuali in diverse aree del corpo o tecniche scelte
per l’obiettivo della seduta.
La fine del trattamento spesso coincide con una condizione di rilassamento
profondo.
Alla fine della seduta vengono date eventuali indicazioni riguardo il
trattamento e percorso di cura.
Alcuni esempi di problematiche in vari ambiti in cui si utilizza il trattamento
osteopatico come cura e prevenzione:
Disturbi post traumatici, colpi di frusta, traumi cranici, distorsioni, esiti di fratture, politraumi.
Disturbi degenerativi, artrosi anca, ginocchio, ernie discali, condropatie femoro rotule.
Infiammazioni muscolari, tendiniti, sindrome del Piriforme, periartriti spalla, epicondilite.
Dolori acuti e cronici cervicali, dorsali, lombari, costali, pubalgia, coccigodinia.
Disturbi posturali in relazione ad interferenze visive, occlusali. Scoliosi.
Esiti interventi chirurgici protesi anca, ginocchio, spalla. Cicatrici.
Infiammazioni acute o croniche, sciatalgie, sindromi radicolari, nevralgie del trigemino, parestesie, tunnel carpale, mal di testa, cefalee ed emicranie, spasticità, malattia di Parkinson, sclerosi multipla.
Stati ansiosi, stress, stati depressivi, disturbi del sonno, attacchi di panico, deficit di attenzione.
Gastrite, ernia iatale, turbe digestive, stipsi, sindrome intestino irritabile, colite, reflusso gastroesofageo, aderenze post chirurgiche.
Dismenorrea, dolori mestruali, endometriosi, cistiti, disfunzioni bacino, mal di schiena, disturbi post parto, tensioni e dolori basso bacino e pavimento pelvico, cicatrici relative al parto naturale o cesareo.
Plagiocefalie, disturbi della suzione, reflusso, coliche, disturbi del sonno, ipercinesia, torcicollo miogeno, disturbi attenzione ed apprendimento, disturbi conseguenti la difficoltà del parto.
Rinite, otiti e sinusiti ricorrenti, vertigini, acufeni, disturbi della deglutizione, mal di gola ricorrenti, sindrome di Ménière, attacchi asmatici, allergie, bronchiti.
Disturbi articolazione temporo-mandibolare, malocclusioni, a sostegno di terapie ortodontiche con apparecchi fissi o mobili.
Artrite reumatoide, fibromialgia, connettivite, lupus, reumatismi.
Ipertensione, congestioni venose, emorroidi, linfedema.
Prevenzione rischi infortuni, disturbi di origine traumatica, gestione stress da sovraccarichi, ottimizzare le prestazioni.
La metodologia Osteopatica prevede l’utilizzo di varie tecniche, ma utilizzare le tecniche non significa eseguire un trattamento osteopatico!
Si applicano principalmente al sistema muscolo scheletrico:
Tecniche per il riequilibrio articolare applicate alla colonna vertebrale, alle
coste e strutture del torace, al bacino, agli arti inferiori e superiori.
Tecniche per le strutture fasciali e muscolari.
Tecniche dirette a alta velocità e bassa ampiezza (HVLA) o trust.
Tecniche ad energia muscolare.
Tecniche indirette di Bilanciamento delle Tensioni Legamentose.
Il Meccanismo Respiratorio Primario è un movimento ritmico delle ossa craniche, palpabile, legato alla fluttuazione dinamica del liquido cefalorachidiano, della mobilità intrinseca del Sistema Nervoso Centrale, della funzione delle membrane a tensione reciproca della dura madre, del movimento della Sincondrosi Sfeno basilare trasmesso alle ossa del cranio e al sacro tra le ossa iliache.
Le condizioni disfunzionali dell’organismo alterano questo movimento ritmico. Sul di esso influiscono le irritazioni nervose, traumi fisici, emotivi, condizioni di stress, malattie o cicatrici. Il trattamento consiste in un approccio manuale molto dolce, fatto di piacevoli minimi impulsi al cranio ed al sacro.
Normalizzare il ritmo cranio sacrale si accompagna alla diminuzione delle tensioni, equilibra l’attività neurovegetativa e dona una sensazione di benessere e vitalità alla persona.
L’approccio Osteopatico Viscerale riguarda gli apparati Respiratorio, Gastro intestinale, Urogenitale relativo a organi, ghiandole, vasi sanguigni e linfatici che hanno una loro mobilità e motilità. Le strutture nervose, legamentose e tendinee li mettono in relazione al cranio, ai muscoli, alla colonna e al sacro influenzando mobilità e postura.
Una disfunzione muscolo scheletrica può avere una origine viscerale ( viscero-somatica) viceversa un disturbo della funzione viscerale può avere origine dalla struttura ( somato-viscerale). Importanti le relazioni funzionali con le strutture diaframmatiche toraciche e pelviche.
Le tecniche prevedono lievi tocchi e pressioni che aiutano il ripristino della corretta mobilità dei visceri e delle strutture a loro connesse con benefici che coinvolgono la funzione fisiologica degli organi ed apparati, la struttura muscolo scheletrica e la postura.
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Iscritto n.320 all’Ordine dei Fisioterapisti del Piemonte e Valle d’Aosta
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